IMPRONTE NELL'ARIA
IMPRONTE NELL'ARIA
Villa Bianca Terragni, Seveso (MB) • 2006 • ferro cotto • 450x100x200 cm
Villa Bianca Terragni, Seveso (MB) • 2006 • ferro cotto • 450x100x200 cm
Il lavoro di Carlo Guzzi è il dono di uno schermo bianco che permette la proiezione dell’ombra sulla parete della mente. Un’ombra protagonista. […] Vestire di vuoto il volto disseminato nel molteplice parco umano, plasmare una forma svuotata dal bisogno di apparire per lasciare affiorare punti interrogativi stilizzati che si uniscono in una silhouette umana. […] L’essenza incomprimibile, il grado zero dell’umano, di linee-umanizzate, un’essenza composta di assenza. Proiezioni di trascendenza stereometrica. Impronte senza profondità galleggianti nel vuoto. Volumi evocati ma mai pronunciati, solo sovrapposti in un gioco di allusione plastica. Impronte gettate nell’aria si risvegliano nell’aura che ritaglia un accenno di presenza sconfinata nella trascendenza animata.
Vittorio Raschetti
ORIGINI
ORIGINI
Villa Campiero, Villasanta (MB) • 2013 • installazione nel parco • legno, ferro cotto, bianco
Villa Campiero, Villasanta (MB) • 2013 • installazione nel parco • legno, ferro cotto, bianco
Di fronte ai silenzi dell’arte si mette in moto la macchina del pensiero: l’inatteso genera stupore e spinge oltre il cerchio della protezione e del consueto. Lo sguardo in transito si imbatte nell’intransigenza della forma avviando il circolo delle interpretazioni. È giusto gettare lontano lo sguardo, come Carlo Guzzi, aguzzare la vista per lambire orizzonti ulteriori. L’opacità testarda della materia non suggerisce scorciatoie, ma induce a cercare passaggi segreti, fori di trascendenza che non si trovano mai là dove vengono cercati: serve fiduciosa insistenza e metodica pazienza.
Vittorio Raschetti
L'ESERCITO SILENZIOSO
L'ESERCITO SILENZIOSO
Villa Sartirana, Giussano (MB) • 2011 • 200 figure in ferro cotto, 4 metri cubi di macerie • 400x2000x230 cm
Villa Sartirana, Giussano (MB) • 2011 • 200 figure in ferro cotto, 4 metri cubi di macerie • 400x2000x230 cm
Ci muoviamo nel disperato tentativo di esserci ad ogni costo, inseguendo il nuovo come possibile antidoto alla solitudine in cui siamo immersi. Fatichiamo ad abituarci all’assenza di radici e questo ci porta ad aggrapparci a superficiali segni di appartenenza, bandiere che in realtà rimarcano solo la frammentazione del nostro essere al mondo. Un esercito silenzioso si erge dalle macerie della nostra memoria, edificando una folla che in comune ha la nostalgia per la perdita che ognuno vive rispetto alle proprie origini e alla propria terra. Una folla che cresce e a forza si modella l’uno con l’altro, nella convinzione che le uniche cose che ci possano collegare siano le perdite individuali e la consapevolezza nel riconoscere che in fondo… siamo solo uomini.
DALLA TERRA AL CIELO
DALLA TERRA AL CIELO
Centro Commerciale Piemonte, Seveso (MB) • 2009 • ferro, cemento • 170x170x400 cm
Centro Commerciale Piemonte, Seveso (MB) • 2009 • ferro, cemento • 170x170x400 cm
Oltre la cortina di ferro, oltre il confine, nella terra di nessuno di un paesaggio di passaggio che trascorre nella contigua ubiquità tra “qui” e “altrove”. Nelle terre orientali il sacro si scrive nella lingua preziosa dell’oro, nelle terre desolate dell’occidente il sacro si può inscrivere nei nudi contorni di ferro stagliati sulle rovine. Carpentieri del sacro, artisti del divino.
Vittorio Raschetti
PRESENZE
PRESENZE
Villa Ratti, Sirtori (MB) • 2015 • legno, ferro cotto, spago • 350x350x240 cm • 200x250x210cm
Villa Ratti, Sirtori (MB) • 2015 • legno, ferro cotto, spago • 350x350x240 cm • 200x250x210cm
Il profumo levigato del legno stagionato e inutilizzato non deve essere sprecato, ma diventa l’autentico centro focale, il fuoco della composizione: l’apparizione dell’anima del mondo. La sensibilità tattile è l’udito responsabile dello scultore che sa ascoltare fino in fondo le vibrazioni più impercettibili della materia. Il senso pratico dell’artigiano rispetta il senso per l’invisibile dell’artista. L’arte è un alibi di ferro svelato dalla verità che, come la ruggine, fa arrossire il volto.
Vittorio Raschetti
IN_ASCOLTO
IN_ASCOLTO
Parco delle sculture Villa Mariani, Casatenovo (MB) • 2017 • legno, 60 figure in ferro cotto • 600x800x210 cm
Parco delle sculture Villa Mariani, Casatenovo (MB) • 2017 • legno, 60 figure in ferro cotto • 600x800x210 cm
Seminare steli antropomorfi raccogliendo fiori di ferro. Una presenza di fili di ferro che non si defilano dalla vita, ma che si profilano eleganti ed essenziali nel paesaggio, istanze di rarefazione del segno: onde di ferro al calore bianco. Filiazioni di generazioni nell’età del ferro: un futuro arcaico che unisce mitologia titanica e pacata misura minimalista.
Vittorio Raschetti
IN_ASCOLTO
IN_ASCOLTO
Festival della letteratura, Arcore (MB) • 2017 • legno, 60 figure in ferro cotto • 600x800x210 cm
Festival della letteratura, Arcore (MB) • 2017 • legno, 60 figure in ferro cotto • 600x800x210 cm
Individuo nella massa e moltitudine dentro di noi… tutte le nostre facce finalmente riunite in un’unica immagine che moltiplica il nostro essere uno. Le parole lasciano traccia del legame tra poeta e ascoltatore.
EGO IPSE SUM
EGO IPSE SUM
MF Care Factory, Monza • 2013 • ferro cotto, legno • 240x60x210 cm
MF Care Factory, Monza • 2013 • ferro cotto, legno • 240x60x210 cm
Un incontro casuale non è mai solo fortuito, le coincidenze generano una maglia di relazioni di ferro, un cortocircuito del senso: quasi per gioco, mai per puro caso. […] Violare il silenzio e l’omertà del vuoto, entrare per uscire, per rientrare ancora, ma diversamente: perché non si passa mai attraverso lo stesso vuoto. Eterno ritorno: porta della percezione aperta sul possibile altrove.
Vittorio Raschetti
NAUFRAGHI
NAUFRAGHI
Villa Tornaghi, Monza • 2015 • legno, bianco, luce • 200x120x75 cm
Villa Tornaghi, Monza • 2015 • legno, bianco, luce • 200x120x75 cm
L’Organizzazione internazionale migrazioni (Oim) ha stimato che dall’inizio del 2015 ad oggi sono state circa 2.400 le vittime sulla “rotta più letale del mondo”.
• 22 gennaio 2015
20 dispersi e 85 salvati in un naufragio al largo di Malta •
29 gennaio 2015
Alla deriva, in 29 migranti muoiono di freddo • 11 febbraio 2015 29 profughi muoiono per ipotermia. I migranti facevano parte del gruppo di 105 profughi messi in salvo la notte precedente. • 14 aprile 2015
Naufragio al largo della Libia: circa 300 i morti • 16 aprile 2015
Musulmani contro cristiani su un gommone, 12 morti • 18 aprile 2015
Il sovraffollamento e le manovre errate causano un naufragio: 58 vittime accertate, 28 salvati e fra i 700 e i 900 dispersi presunti al largo delle coste della Sicilia. Tra le vittime 50 erano bambini. • 5 maggio 2015
Nella ressa alla vista dei soccorsi muoiono in 40: alcuni a bordo, altri dopo essere caduti in mare. • 29 maggio 2015
17 cadaveri vengono recuperati su un gommone: forse sono morti di stenti, 217 i superstiti. • 27 luglio 2015
Soccorso barcone stipato di migranti: tra i 535 a bordo anche 13 cadaveri. • 5 agosto 2015
Peschereccio si capovolge vicino alla Libia. A bordo 600 persone, 300 in salvo, recuperati 25 cadaveri. • 15 agosto 2015 Sono 49 i cadaveri recuperati in un barcone sovraccarico di migranti a venti miglia dalla Libia. • 26 agosto 2015 Circa 50 cadaveri nella stiva di un barcone blu carico di migranti poco lontano dalle coste libiche, 439 tratti in salvo. • 28 agosto 2015 Una prima nave si è inabissata vicino a Zuwara e aveva a bordo 400 persone. Circa 160 corpi galleggiavano in mare, altri 40 sono rimasti chiusi nella stiva dove i profughi sono rimasti intrappolati durante il naufragio. Un'altra imbarcazione andata a fondo trasportava 50 profughi. • 2 settembre 2015
Naufragio sulle coste libiche, 37 morti. • 13 settembre 2015
Naufragio in Grecia, 34 morti: quattro neonati, sei bambini e cinque bambine. • 15 settembre 2015
Naufragio in Turchia, 24 morti • 20 settembre 2015
Naufragio in Grecia, 13 morti.
Il mare l’ha strappata da braccia sicure e l’ha trascinata con sé. Fino a restituirla oggi alla guardia costiera greca che ha recuperato tra le onde il suo corpicino di 6 anni, alla deriva al largo dell’isola di Lesbo. È un’altra, l’ennesima, piccola vittima della fuga disperata di migliaia di profughi che tentano di arrivare in Europa. Una vittima ancora senza nome, perché chi l’ha trovata non ha saputo dire in quale dei ripetuti naufragi, tra la Turchia e la Grecia, la bimba abbia perso la famiglia. E la vita.
Per non dimenticare...
NAUFRAGHI IN MOVIMENTO
NAUFRAGHI IN MOVIMENTO
Casa novecento, Monza • 2016 • ferro cotto, vestiti • 80x350x200 cm
Casa novecento, Monza • 2016 • ferro cotto, vestiti • 80x350x200 cm
Instillare dubbi installando fragili ferri barcollanti nel paesaggio. Segni interrogativi senza il punto, combinati in una domanda sospesa sul senso dell’assenza. Geometrie della fragilità, curve solo accennate che recano il segno perduto dell’umanità. Punti interrogativi stilizzati ricurvi su se stessi si trasformano in figure di ancore che zavorrano al suolo.
Vittorio Raschetti
ALTRO DA ME - GUARDAMI
Parco Borromeo, Arcore (MB) • 2017 • polistirene ad alta densità, resina monocomponente, legno • 160x160x330 cm
Parco Borromeo, Arcore (MB) • 2017 • polistirene ad alta densità, resina monocomponente, legno • 160x160x330 cm
Eccomi qui, diverso ma come prima. Siamo in continuo dialogo nel tentativo di trovare la giusta distanza tra noi e gli altri.
Per “dare forma” siamo chiamati ad attraversare una zona ambigua dove, purtroppo o per fortuna, tutto può accadere.
L’opera diventa parte di me ma altro da me.
IN DIVENIRE
IN DIVENIRE
Sala Appiani, Giussano • 2018 • ferro cotto, legno, sedia • 350x150x210 cm
Sala Appiani, Giussano • 2018 • ferro cotto, legno, sedia • 350x150x210 cm
E' una fatica infinita, una missione al limite del sostenibile quella di scolpire il vuoto facendo spazio al pensiero. L’oggetto della scultura è gettato oltre le leggi della geometria solida: mostra la levitazione dalla seconda dimensione e lo sconfinamento in uno spazio temporale. Catturare l’assenza con uno sforzo tattile di prensione protesa sull’impalpabile che non si lascia cogliere e neppure vedere, che si può solo intra-vedere, questa è la sostanza irriducibile del lavoro di Carlo Guzzi.
Vittorio Raschetti